Vent’anni di viaggi
intorno al mondo in 832 dipinti di fiori.
E c’è anche la famosa orchidea di Darwin
Quando
si arriva ai Kew Gardens da Victoria Gate a Londra, tutto è così straordinario,
dalle serre vittoriane agli alberi secolari, dalla pagoda cinese al laghetto,
che la Galleria di Marianne North passa quasi inosservata.
L’elegante Palm House dei Kew
Gardens,
primavera 1995. In primo piano le grandi foglie della Gunnera
manicata
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Il rigoglioso fogliame e gli
splendidi fiori della Medinilla magnifica,
originaria delle Filippine, in un dipinto di Marianne North
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Ma
entrati nel bizzarro
cottage di stile
neoclassico,
si resta senza parole.
Le
pareti del padiglione
sono interamente
coperte di dipinti a olio,
tutti di
soggetto floreale.
Tutti, o quasi, sono
fiori esotici:
frutto di vent’anni
di
viaggi
intorno al mondo,
fra gli Stati Uniti,
il Canada, il Brasile,
il Borneo,
Giava, l’Australia
e il Sudafrica,
per citare solo
i luoghi più noti.
Ma chi è Marianne North? Per la sua epoca, ma non solo, una donna davvero fuori del comune. Nata a Hastings nel 1830, da Frederick North, un membro del parlamento implicato in una storia di tangenti, Marianne cresce libera, selvaggia, bella e ineducata. Nel senso che, malgrado l’apparenza così garbata, non ama lasciarsi irretire dalle rigide regole del tempo. Studia storia e geografia sulle pagine di Walter Scott, Shakespeare e Robinson Crusoe. Va a cavallo, suona, disegna, detesta la mondanità.
Marianne a ventiquattro anni, nel
bel ritratto di Sir William John Newton
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Come
racconta Laura Ponsonby nel bel libro Marianne North at Kew Gardens, nel 1871, due anni dopo la morte del
padre, un’amica americana la invita negli Stati Uniti.
Comincia così l’avventura di Marianne, viaggiatrice solitaria che a quarant’anni si scopre pittrice, botanica e divulgatrice.
Comincia così l’avventura di Marianne, viaggiatrice solitaria che a quarant’anni si scopre pittrice, botanica e divulgatrice.
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Mount House, la dolce casa di Alderley,
nel Gloucestershire, ritratta da Marianne che qui passò i suoi ultimi anni
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Un
giorno del 1882 Marianne è a Kew, intenta a sistemare i quadri nella
Galleria disegnata per lei, come un piccolo tempio greco, dall’amico James Fergusson.
Il prospetto della Gallery, il
padiglione disegnato per Marianne da James Fergusson, nel giorno
dell’inaugurazione
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Entra un visitatore, maschio. E chiede ironico: «E’ vero che tutti questi
dipinti sono di una donna?». «Già» risponde Marianne «li ho fatti io». E l’uomo, afferrando le sue mani: «Siete
fortunata, signora, a non essere vissuta due secoli fa, perché sareste stata
bruciata viva come una strega».
E
invece dobbiamo a questa intrepida cacciatrice di piante la conoscenza di tante specie esotiche - come gli
agapanti, la Rosa laevigata
o i papaveri blu dell’Himalaya - divenute ormai ospiti abituali dei nostri
giardini e delle nostre case.
Meconopsis, gli splendidi papaveri blu dell'Himalaya |
L’Orchidea di Darwin
Lunga
sei piedi, l’Angraecum sesquipedale che
potete vedere nel dipinto a olio di Marianne North, è
un’orchidea così chiamata dai botanici per la dimensione dei suoi fiori.
Nativa
del Madagascar, dove venne scoperta nel 1822, ha corolle bianche a forma di
stella che profumano la notte. Lo sperone che dà ricetto al polline, lungo
trenta centimetri, colpì la fantasia di Charles Darwin.
Charles Darwin nella bella immagine della mostra milanese alla Besana del 2009 |
Nel
corso dei suoi viaggi il padre dell’evoluzionismo, nato nel 1809 in
Inghilterra, fra le tante scoperte intuì che il lungo sperone del fiore aveva
una funzione precisa. E immaginò l’esistenza di un insetto con una proboscide
altrettanto lunga, capace di raggiungere il polline.
La
teoria suscitò all’epoca dubbi e ironia, ma trent’anni dopo la morte del grande
scienziato fu scoperta una falena notturna che, grazie alla proboscide
smisurata, riusciva a penetrare nel fiore.
Per
ricordare la “predizione” quel farfallone fu battezzato Xanthopan morganii
praedicta e il fiore divenne per sempre l’Orchidea
di Darwin.
L'orchidea di Darwin dipinta da Marianne con il suo farfallone |
Note e precisazioni sulle immagini
La Palm
House dei Kew Gardens è una foto di Marta Isnenghi, scattata in una giornata
tempestosa nella primavera del 1995.
La
Medinilla magnifica, il Ritratto di Marianne North, i Rampicanti del Cile, Mount House,
la casa di Marianne North ad Alderley, l’Orchidea della cometa (Angraecum sesquipedale), poi a tutti nota come
Orchidea di Darwin, come il prospetto della Gallery nel giorno
dell’inaugurazione sono tutte immagini tratte dal libro Marianne
North at Kew Gardens, di Laura Ponsonby, pubblicato da Webb & Bower
in associazione con The Royal Botanic Gardens, Kew.
I
Meconopsis, gli splendidi papaveri blu dell’Himalaya, sono tratti da internet,
Meconopsis grandis em.ca.
L’immagine
di Charles Darwin è tratta dal libro di Niles Eldredge, Alla scoperta dell’albero della vita, Darwin 1809-2009, Codice Edizioni. Catalogo della mostra Darwin
1809 - 2009 per il bicentenario della
nascita, curata da Niles Eldredge, Telmo Pievani e Ian Tattersall e svoltasi
alla Rotonda della Besana, Milano, 2009.
Copertina: N4 STUDIO, immagine di
copertina: arkè.
Ciao! Io sono stata a Kew Garden, ho visto i quadri di Marianne... belli, ma il giardino lo è di più.
RispondiEliminaLa mostra su Darwin... beh, quella l'ho visitata 5 volte a causa di vari equivoci e la so a memoria!
Un bacio,
Chiara
Cara Chiara, grazie per il commento e per tutti i tui racconti, che seguiamo sempre con molto interesse.
RispondiEliminaSo che i giardini di Kew sono spettacolari, ma la vicenda di Marianne North mi affascina e il fatto che abbia dipinto l'orchidea di Darwin è significativo.
Se non ricordo male la mostra l'abbiamo vista insieme e c'era anche Emma. Così ne facessero!
Qui fa molto caldo e l'Italia brucia. In Maremma, a Marina di Grosseto, sono andati in fumo circa 50 ettari di pineta. Con oltre mille campeggiatori che hanno dovuto lasciare i loro campeggi. Una tragedia nazionale. Hanno arrestato i piromani, ma ci vorranno trent'anni o più perché quelle pinete, che tanto amavamo, tornino a vivere.
Un bacio, cara Chiarina, dalla tua nonna Marta
bellissimo post. Grazie.
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